Le alluvioni non sono più eventi rari: con il cambiamento climatico, stanno diventando la nuova normalità. È ora di agire, prima che il fango inghiotta il nostro futuro.
“Allerta meteo”, “Codice rosso”, “Si raccomanda di restare a casa”. Questi ed altri annunci sembrano riempire gli schermi dei nostri cellulari e televisori sempre più spesso, colpendo la nostra quotidianità più di quanto fossimo abituati. La loro frequenza crescente non è una coincidenza, ma un segnale chiaro di condizioni climatiche in rapido mutamento, spesso accompagnate da una forza difficile da prevedere e contenere.
Abbiamo visto tutti le immagini di Valencia: strade come canali, macchine sommerse dal fango. Ci siamo stretti attorno alla notizie che aggiornavano il bilancio delle vittime, ad oggi 222.
Valencia, 30 ottobre 2024 Photo credit: La Repubblica
Poche settimana prima, l’Emilia Romagna veniva colpita da una forte alluvione. Nonostante i danni maggiori abbiano riguardato abitazioni e strutture, le piogge hanno colto di sorpresa i cittadini: con il ricordo ancora fresco di maggio 2023, nessuno si aspettava che una nuova alluvione potesse colpire così presto le stesse zone. E invece ancora stivali, fango, cantine e case da svuotare a poco più di un anno di distanza.
Eventi di questa portata avrebbero dovuto ripresentarsi nel giro di decenni, e non in appena 18 mesi.
Fenomeni simili hanno colpito anche la Sardegna. Nella notte del 26 ottobre scorso, un nubifragio ha investito il sud dell’Isola: fiumi esondati, strade allagate, pastori bloccati sui tetti degli ovili, e persone nelle auto trascinate dalle correnti. Nella sola notte del 26 ottobre, la sala operativa dei vigili del fuoco di Cagliari ha ricevuto oltre 160 richieste di soccorso.
Non è solo un’impressione, quindi: alluvioni e allerte meteo sono sempre più frequenti. A confermarlo è uno studio del 2023 dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), che rileva come le piogge torrenziali siano aumentate del 20% rispetto agli anni precedenti, con tendenze di ulteriore accelerazione nei prossimi anni. E la causa principale sarebbe una sola, il cambiamento climatico: il riscaldamento delle acque oceaniche e dei mari contribuisce a eventi atmosferici più estremi, che creano fenomeni come il blocco atmosferico che trattiene le perturbazioni più a lungo, aumentando la quantità di pioggia in poche ore.
“Questi eventi di precipitazioni estreme molto intense, molto localizzate tra l’altro, stanno diventando una costante del tempo di questo trentennio - ha spiegato in un’intervista Claudio Cassardo, meteo-climatologo e professore all’Università di Torino - E una delle criticità maggiori è proprio il fatto che venga un quantitativo enorme di piogge in pochissimo tempo, tale per cui nessun reticolo riesce poi ad assorbire o a distribuire tutta quest’acqua caduta improvvisamente”.
Quelli che chiamiamo fenomeni “eccezionali” o “emergenze” stanno diventando la normalità: è il cambiamento climatico che si palesa davanti a noi.
Oggi, la questione focale non è di prevedere la prossima alluvione, ma costruire la capacità di rispondere a un futuro in mutamento accelerato.
Siamo davvero pronti a cambiare, o aspetteremo di essere costretti dalla natura?