E se la tua casa fosse fatta di latte?
- MAKE .IT

- 7 ago
- Tempo di lettura: 1 min
Dagli scarti caseari ai mattoni ecologici: in Sardegna nasce un biomattone che isola, risparmia acqua e dà nuova vita al latte invenduto.

C’è un’idea che arriva dalla Sardegna e che potrebbe cambiare il volto dell’edilizia: costruire muri con il latte di scarto. È la rivoluzione targata Milk Brick, inventata da Giangavino Muresu nel 2011 e oggi pronta a sbarcare nel mercato nazionale.
Milk Brick propone un materiale da costruzione che sostituisce l’acqua dolce con l’acqua ricavata dagli scarti caseari, e trasforma la caseina in fibra termoisolante, traspirante e antibatterica. Il risultato: mattoni a impatto idrico zero (evitando di usare 120 litri di acqua per ogni metro cubo di calcestruzzo!) che isolano, durano, risparmiano energia e risorse.
Grazie alla recente alleanza con Argiolas Formaggi e la licenza concessa dalla società di manufatti in cemento Cermal, la produzione industriale è ora a un passo dalla piena operatività, con commercializzazione prevista su tutto il territorio italiano e potenzialmente anche in Spagna e Francia.
Il sistema produttivo di Milk Brick recupera il 100 % del latte scartato senza scarti finali, e i blocchi possono essere riciclati a fine vita, in linea con i principi dell’economia circolare.
Oltre all’impatto idrico nullo, questi biomattoni offrono prestazioni di isolamento superiore rispetto ai materiali tradizionali, eliminando la necessità di doppie pareti o strati isolanti aggiuntivi. In un mercato dell’edilizia da oltre 600 miliardi di euro l’anno globalmente, con migliaia di impianti in Europa e centinaia di migliaia nel mondo, una soluzione come questa apre spiragli enormi.
In Sardegna, insomma, il latte non finisce più nella spazzatura ma diventa edificio pubblico, scuola, casa.


