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Sardegna da Bandiera Blu: 16 località premiate nel 2025

  • Immagine del redattore: MAKE .IT
    MAKE .IT
  • 16 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

L’isola si conferma simbolo di bellezza e gestione sostenibile, tra acque cristalline e servizi d’eccellenza.



Bandiera Blu

Quando si parla di Bandiere Blu, si parla di fiducia: nel mare, nella gestione del territorio, nella capacità di offrire bellezza senza svendere l’ambiente. Questo riconoscimento, assegnato ogni anno dalla Foundation for Environmental Education (FEE), non è un semplice bollino turistico: è la prova che un luogo sa prendersi cura del suo ecosistema e delle persone che lo vivono. Trentatrà criteri per verificare che le acque siano limpide, i servizi funzionino, la raccolta dei rifiuti sia efficiente e le spiagge siano accessibili e sicure. In altre parole, una Bandiera Blu è il segnale che quel tratto di costa respira bene.


Nel 2025 l’Italia può vantare 246 comuni premiati e 487 spiagge certificate, l’11,5% di tutte quelle insignite nel mondo; un dato che dimostra la nostra posizione di punta nel panorama europeo. La Liguria si mantiene in vetta per numero di località premiate, ma la Sardegna, con le sue spiagge mozzafiato, conferma la gestione virtuosa del suo territorio. 


Quest’anno l’isola conquista 16 Bandiere Blu, una in più rispetto al 2024, grazie all’ingresso di San Teodoro con la sua iconica La Cinta. Dalla costa nord con Sorso, Sassari, Badesi, Castelsardo e Aglientu, passando per Santa Teresa Gallura, Palau, La Maddalena e Budoni, fino ad arrivare a Trinità d’Agultu, Tortolì, Bari Sardo, Quartu Sant’Elena, Sant’Antioco e Oristano: è un susseguirsi di eccellenze balneari che non si accontentano della bellezza, ma puntano sulla qualità ambientale. Qui le amministrazioni lavorano per depuratori efficienti, spiagge accessibili, educazione ambientale e servizi che fanno la differenza senza stravolgere il territorio.


E se è vero che il turismo balneare può consumare e impoverire, la Sardegna ci ricorda che può anche proteggere e rigenerare. Perché il futuro non si costruisce solo con nuove strutture, ma anche riconoscendo quando è il momento di lasciare il mare al suo dondolare.


 
 
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