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La Sardegna è l’unica isola del Mediterraneo che continua a spopolarsi

  • Acciaro e Parodi
  • 25 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Mentre le altre isole del Mediterraneo crescono, la Sardegna perde oltre 100.000 abitanti in dieci anni. Un declino fatto di culle vuote e giovani in fuga.


Bandiera Sardegna

La Sardegna si sta lentamente spegnendo. 

Mentre isole come le Baleari, le Canarie, Malta e Cipro mostrano segnali di stabilità o crescita demografica, negli ultimi dieci anni la nostra isola ha perso oltre 100.000 abitanti, un caso unico nel panorama del Mediterraneo. L’allarme arriva dal convegno "Arrivi, partenze e percorsi migratori: capire i dati per interpretare la realtà", tenutosi a Cagliari nei giorni scorsi dalla Fondazione Migrantes.


La causa principale non è una sola, ma un intreccio di fattori strutturali, economici e sociali che stanno trasformando il volto dell’intera regione.

Primo tra tutti, il crollo delle nascite. Nel 2023 in Sardegna sono nati solo 7.242 bambini, la metà rispetto al 2000. Il tasso di natalità è tra i più bassi d’Italia, fermo al 4,6‰ (contro una media nazionale del 6,4‰), mentre il numero medio di figli per donna è sceso a 0,91, tra i più bassi d’Europa. In parallelo, l’età media della popolazione ha raggiunto i 48,8 anni, e in molte aree dell’interno si contano oltre 250 anziani ogni 100 giovani. Un equilibrio demografico spezzato, una società che invecchia senza ricambio generazionale. 


A peggiorare il quadro c’è il saldo naturale negativo: i decessi superano abbondantemente le nascite. Anche il saldo migratorio interno è negativo: ogni anno migliaia di giovani lasciano l’isola per cercare opportunità migliori altrove, soprattutto al Nord Italia o all’estero. Chi parte spesso non torna, e chi resta fatica a costruire un futuro. Il risultato? Interi paesi si svuotano, le scuole chiudono, i servizi scompaiono e le comunità invecchiano.


Mappa Sardegna

Certo, le ragioni di questa emorragia sono molteplici e non di facile risoluzione. Da una parte c’è l’assenza di politiche strutturate per contrastare lo spopolamento, dall’altra le condizioni di vita scoraggiano la permanenza: stipendi bassi, precarietà lavorativa, carenza di infrastrutture e servizi essenziali rendono difficile costruire un futuro stabile, soprattutto per le giovani famiglie. Eppure, altre realtà simili stanno reagendo. Le Baleari, ad esempio, hanno investito in mobilità e politiche per attrarre nuovi residenti; la Corsica ha potenziato i collegamenti e incentivato il ritorno dei giovani. In Sardegna, iniziative sporadiche come bandi per digital nomads o nuove attività nei piccoli comuni non bastano da sole a invertire il trend. 


Serve visione, coraggio e continuità. Perché senza giovani, senza famiglie, senza prospettive, anche la più bella delle isole rischia di spegnersi.


 
 
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