“Non comprare da noi!”. I brand che hanno detto no al Black Friday
- Acciaro e Parodi
- 19 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Ogni anno i numeri legati alla sovrapproduzione e all'inquinamento da Black Friday sono spaventosi. Ma alcuni brand hanno detto basta
Negli ultimi anni il Black Friday è diventato un fenomeno mondiale, simbolo della nostra cultura dello shopping. Per molti poter comprare tanto spendendo poco è un sogno che diventa realtà, ma per il Pianeta rappresenta un costo ambientale enorme. Solo in Italia, la settimana del Black Friday genera circa 500.000 tonnellate di CO2.

L’eccesso di consumo di questa giornata porta con sé un’altra verità scomoda: consumiamo tanto e male. E per abbassare i prezzi, si abbassa inevitabilmente anche la qualità. Negli ultimi 15 anni il tempo di utilizzo dei nostri vestiti si è ridotto del 36%, trasformandoli quasi in articoli usa e getta.
Molte persone e aziende si stanno rendendo conto di questo modello di consumo, e hanno deciso di attivarsi per il Pianeta.
Tra i casi più noti c’è Patagonia, che nel 2011 lanciò la campagna “Don’t buy this jacket”.Con questo messaggio, il brand invitava i consumatori a riflettere su un principio fondamentale: se vogliamo ridurre il nostro impatto ambientale, dobbiamo comprare meno.
Ogni prodotto richiede risorse che il Pianeta non può restituire, contribuendo all’erosione e alla distruzione degli ecosistemi naturali. Per questo Patagonia incoraggia a riparare i vestiti già posseduti o acquistare capi di seconda mano, così da evitare la sovrapproduzione.
L’anno scorso abbiamo già condiviso alcune valide alternative per un il Black Friday più sostenibile. Quest’anno vogliamo rinnovare l’invito, e ampliare la riflessione guardando a quei brand che si approcciano a questa giornata nella sola maniera realmente sostenibile: evitandolo. Anche a discapito del proprio guadagno.

Nel settore dell’abbigliamento, oltre a Patagonia, segnaliamo due marchi che hanno scelto la via della produzione su pre-ordine, per evitare sprechi e sovrapproduzione.
Stato Bradipo realizza artigianalmente costumi e abbigliamento in modo lento e consapevole. L’utilizzo di materiali di recupero rende unica ogni collezione. Anche Catheclisma realizza i suoi capi usando resti di tessuti dimenticati, assicurando la qualità di un prodotto destinato a durare.
C’è poi un brand che ha dichiarato apertamente guerra al consumismo del Black Friday: si tratta di Oway, azienda di cosmetici e prodotti per la cura del corpo. Sulla loro pagina principale compare la scritta “No al Black Friday, sì al consumo consapevole” . E per dare concretezza alle loro parole il 28 novembre, giornata di picco delle vendite, tutti i loro store ed e-commerce resteranno chiusi. Una decisione forte, che antepone la salute del Pianeta ai guadagni.
Questo Black Friday prenditi il tempo di scegliere con consapevolezza. Ripara, riusa, e sostieni chi produce in modo etico e più sostenibile. Magari, aspettando anche qualche giorno.